Essere protagonisti o testimoni di esperienze estreme può avere un impatto sulla salute psicologica, favorendo l’insorgere di sintomi di ansia e panico.

 

Che cosa sono i disturbi da stress?

Violenze, incidenti, eventi catastrofici, aggressioni, persecuzioni legate all’appartenenza a gruppi, possono avere un impatto sul benessere della persona e sulla sua qualità di vita.

Esperienze estreme in cui si è vissuto un evento in grado di compromettere l’integrità fisica o di determinare la morte, in effetti, possono essere all’origine di sintomi capaci di ingenerare sofferenza e determinare forme di disagio significativo, compromettendo il funzionamento sociale e/o lavorativo della persona. Simili condizioni possono verificarsi anche se non si è stati protagonisti diretti dell’evento traumatico, nei casi in cui si è assistito ad esso, quando ha coinvolto persone care, quando si è stati esposti a ripetuta e/o dettagliata descrizione dell’accaduto.

In una buona percentuale di casi e di situazioni, i suddetti sintomi possono regredire in maniera spontanea. Quando ciò non avviene, invece, si può configurare un quadro caratteristico di un disturbo correlato a eventi di vita e a condizioni di stress quali il disturbo dell’adattamento, il disturbo da stress acuto e il post-traumatico da stress (PTSD). Quest’ultimo, probabilmente il più noto dei disturbi da stress, ha una prevalenza a 12 mesi dall’evento traumatico pari allo 0.8%, percentuale che sale al 2.3% considerando l’intero arco di vita. Si tratta di percentuali verosimilmente più elevate se si considera che molte condizioni non arrivano all’attenzione dello specialista, con un aumento del rischio di cronicizzazione e nonostante il carattere invalidante dei sintomi da reazione allo stress.

Quando è possibile diagnosticare un disturbo acuto da stress?

La diagnosi di disturbo acuto da stress è stata introdotta nella quarta edizione del manuale diagnostico-statistico (DSM) elaborato dall’American Psychiatric Association (1994) al fine di includere tutte le condizioni in cui l’esposizione a un evento traumatico era all’origine di una forma di disagio importante, differente da quella caratteristica del disturbo post-traumatico da stress, comunque in grado di poter confluire in un quadro di questo tipo.

Come categoria diagnostica distinta, il disturbo acuto da stress è quindi stato incluso anche nelle successive edizioni del DSM e i criteri inclusi nella quinta versione (2013), quella attualmente in uso, possono essere compresi in 5 diversi cluster descritti come segue.

  • Sintomi d’intrusione. Comprendono i cosiddetti flashback, ricordi improvvisi dell’evento traumatico che, arrivando dal passato, irrompono nella realtà presente della persona e possono addirittura farle perdere consapevolezza dell’ambiente circostante. Oltre che nei ricordi, i sintomi di intrusione possono comparire anche nei sogni il cui contenuto e la carica emozionale connessa richiamano con forza l’evento traumatico. I sintomi di intrusione, infine, sono tali da determinare una eccessiva reazione nei confronti di stimoli esterni o interni che ricordano le circostanze in cui è avvenuto il trauma.
  • Sintomi dissociativi. Includono la derealizzazione e la depersonalizzazione. Quest’ultima riguarda la percezione di se stessi e della propria persona, mentre la prima concerne il rapporto con l’ambiente circostante. Si parla di depersonalizzazione quando la persona non riconosce parti del proprio corpo come proprie e quando la percezione di sé si connota di un carattere di estraneità. Se una simile percezione riguarda la propria realtà, invece, si parla di derealizzazione. Il DSM 5 include nei sintomi dissociativi anche l’amnesia dissociativa, che consiste nell’incapacità di ricordare l’evento traumatico.
  • Sintomi di evitamento. Consistono nei tentativi di evitare ricordi, pensieri ed emozioni connessi all’evento traumatico, anche attraverso l’evitamento di stimoli che possono rievocare le caratteristiche dell’esperienza traumatica.
  • Sintomi di attivazione fisiologica. Comprendono sintomi di natura differente quali disturbi dell’addormentamento e del mantenimento del sonno; irritabilità e rabbia incontrollata; ipervigilanza e reazioni di allarme rispetto a stimoli improvvisi; difficoltà di attenzione e di concentrazione.
  • Incapacità prolungata di provare emozioni positive. A seguito di una esperienza traumatica, il tono dell’umore può essere negativo e segnato da una emozionalità incentrata su paura, tristezza, rabbia, colpa e vergogna. La persona può sperimentare l’incapacità prolungata di provare emozioni positive quali gioia e felicità, con una compromissione della sfera intima e della sessualità.

Secondo i criteri di inclusione e di esclusione previsti dal DSM 5, è possibile effettuare una diagnosi di disturbo acuto da stress di fronte a nove o più sintomi tra quelli appena descritti, con una durata nel tempo che può estendersi da 3 giorni a 1 mese dopo l’esposizione all’evento traumatico. Qualora la risposta da stress dovesse cronicizzarsi, superando la durata di un mese, il DSM 5 prevede una diversa diagnosi, quella di PTSD cui si è già fatto cenno. È bene sottolineare che il disturbo acuto da stress costituisce un fattore di rischio per lo sviluppo successivo del disturbo post-traumatico nelle situazioni in cui i sintomi vengono gestiti secondo strategie disadattive e quando la persona è andata incontro a sintomi di natura dissociativa nel corso dell’evento traumatico (si veda Bryant, 2018).

Cosa fare in caso di disturbi da stress?

Nel caso in cui si sia stati esposti ad un evento traumatico e si verifichino i sintomi prima descritti, è importante agire tempestivamente, anche al fine di evitare la cronicizzazione e diminuire il rischio di andare incontro ad un disturbo post-traumatico. È fondamentale, per questo motivo, rivolgersi a un professionista che possa effettuare una corretta diagnosi e proporre un trattamento finalizzato alla riduzione e alla scomparsa dei sintomi, oltre che alla rielaborazione dell’esperienza traumatica e alla sua integrazione nella propria storia di vita.

Nelle situazioni in cui i sintomi sono particolarmente intensi o invalidanti potrebbe essere utile assumere un trattamento farmacologico, modalità di presa in carico cui può indirizzare uno psicoterapeuta esperto nel trattamento dei disturbi da stress.

In merito, uno degli approcci maggiormente consigliati per questo tipo di disturbi è rappresentato dalla psicoterapia, sia online che in presenza.

Strategie di trattamento ugualmente utili possono prevedere un lavoro sul corpo che, calibrato sulle specifiche esigenze del singolo, può essere utile nella gestione della componente fisica dei disturbi da stress.

Scritto da: Dr. Giuseppe Iannone

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