La parola tedesca “Gestalt” significa struttura, termine che è alla base della teoria e che consiste nella considerazione della persona come una struttura dinamica

All’inizio del Novecento nasce un nuovo approccio terapeutico, utilizzato ancora oggi: la teoria della Gestalt. In cosa consiste? Qual è la sua applicazione terapeutica?

Cos’è la psicoterapia della Gestalt?

Le basi di questa teoria vengono elaborate a inizio novecento a Francoforte. Kurt Koffka e Laura Posner, infatti, danno vita alla psicologia della Gestalt. È da queste teorie iniziali che nasce la Psicoterapia della Gestalt che ha come massimo esponente Fritz Perls, marito della Posner. La parola tedesca “Gestalt” significa struttura, termine che è alla base della teoria. Secondo i suoi ideatori, l’uomo non percepisce le sensazioni come singole ma nella loro totalità. Questo insieme, nonostante sia formato da varie parti, non crea conflitto nelle persone, ma le porta all’equilibrio e alla consapevolezza. Gli stimoli che percepisce ogni persona, dunque, non vengono divisi ma ordinati e strutturati e da ciò scaturisce la visione dell’ambiente di ogni persona.

Il terapeuta, dunque, nella sua relazione con il paziente non prende in considerazione una mera somma delle parti, ma la sua totalità (visione olistica).

I trattamenti

Il terapeuta, attraverso la terapia della Gestalt, cerca di fare in modo che il paziente lasci la “frammentarietà” per ritornare alla struttura unitaria delle percezioni. Se questa integrazione non avviene, infatti, il paziente soffre disagi psicologici. L’obiettivo, dunque, è quello di far esplorare al paziente il “qui e ora”, insegnandogli a percepire le sensazioni fisiche e psichiche e ad agire di conseguenza. Fra le tecniche utilizzate dal terapeuta troviamo:

  • Tecnica della consapevolezza. Consiste nel rivolgere al paziente le 5 domande di Perls: “cosa fa”, “cosa sente”, “cosa vuole”, “cosa evita”, “cosa si aspetta” che aiutano il terapeuta a ricondurre il paziente nella sua struttura e ad agire autonomamente.
  • La poltrona vuota. Il paziente seduto vicino a una sedia vuota parla con la sua proiezione per fargli capire i sentimenti e le situazioni che gli provocano disagio.

Scritto da: GuidaPsicologi.it