Articolo rivisto dal Comitato di GuidaPsicologi

I bambini crescono giocando, attraverso il gioco esprimono emozioni e sentimenti e sviluppano importanti abilità cognitive. Il gioco è relazione.

16 NOV 2017 · Tempo di lettura: 2 min.

Psicologia infantile

“Hai bocca per succhiare

E io so cosa vuole

Hai occhi per guardare

Hai già capito il sole

Hai mani che si tendono

E io ti porgo un dito

Le tue mani lo prendono

Sorridi, hai già capito

Hai mare, hai mondo, hai me

Hai tutto, hai tempo, hai te.”

da “Mammalingua” di Bruno Tognolini

Il gioco è un’esperienza creativa, emotiva e relazionale. Il bambino possiede numerose competenze già alla nascita che sviluppa attraverso il gioco e l’interazione con le figure di riferimento.

Il momento del gioco è molto prezioso, avviene in relazione con qualcuno o con l’oggetto e permette al bambino di imparare a scoprire le emozioni ed a regolarle, il gioco è relazione.

Il gioco suscita emozioni positive e distrae da quelle negative, il bambino ha bisogno di vedere e di sperimentare l’effetto che produce con le sue azioni e trae soddisfazione dal vedere che padroneggia certe abilità.

Nell’attività ludica non è tanto importante l’oggetto ma la presenza di qualcuno con cui condividere l’esperienza.

È proprio grazie al gioco, quindi, che il bimbo può esercitare, incrementare e migliorare le proprie capacità, sperimenta ed impara la qualità ed il funzionamento degli oggetti, esprime ed impara a controllare emozioni e sentimenti in relazione alla persona con cui interagisce. Attraverso il gioco il bambino comunica con chi si prende cura di lui ed è in quello spazio che si incontra il desiderio del bambino ed il desiderio dell’adulto di stare con il bambino.

Nei primi due mesi di vita il gioco con il neonato passa attraverso il contatto fisico e la ripetizione. Il bambino percepisce la voce della madre, ne riconosce l’odore ed è rassicurato dal sentirsi contenuto fisicamente.

Nei mesi successivi il bambino comincia ad afferrare gli oggetti, a riconoscerli, a manipolarli ed esplorarli con la bocca, viene attratto da forme, colori, consistenze, temperature differenti e apprezza molto i giochi in cui può esplorare attraverso i sensi.

Dai sei mesi comincia a studiare la funzionalità degli oggetti e li utilizza per entrare in relazione con l’altro, li lancia e chiede di farseli raccogliere, li trasforma svuotando e riempiendo i contenitori. Comincia in questo periodo a giocare con il proprio corpo ed attraverso lallazioni, espressioni del viso e tatto, è in grado di instaurare con il genitore un vero e proprio dialogo.

Secondo Winnicott quando l’esperienza del bambino nei primi mesi di vita è stata rassicurante e quando egli ha dentro di sé l’amore materno, può iniziare a sperimentare il distacco e attraverso il gioco può fare esperienza della propria capacità di creare autonomamente.

Verso il compimento dell’anno il bambino si muove nello spazio e sperimenta un positivo senso di indipendenza di cui è fiero e soddisfatto.

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Dott.ssa Paola Borgarello – Psicoterapia al Centro

Scritto da  Dott.ssa Paola Borgarello – Psicoterapia al Centro