L’autostima è quel processo soggettivo e duraturo che porta ogni persona a valutare e apprezzare sè stesso.

Il nostro senso di autostima deriva da:

  • Elementi cognitivi: le conoscenze possedute, conoscenza di sé e delle situazioni vissute elementi affettivi e sociali: provare e ricevere sentimenti che possono essere stabili nel tempo;
  • Relazioni sociali(appartenenza e approvazione del gruppo dei pari). William james (1842/1910) ha definito l’autostima come rapporto tra “sé percepito” e “sé ideale”;

Il primo é la considerazione che una persona elabora su di sé in base alle caratteristiche che sono presenti o assenti nella sua vita, il secondo invece rappresenta il modello di vita che si prende in considerazione (come si vorrebbe essere). Secondo james la persona presenta bassa autostima nel momento in cui il “sé percepito” non raggiunge il livello del “sé ideale”: piú é ampia la discrepanza più il soggetto presenta insoddisfazione.

Quando il “sé percepito” supera il “sé ideale” la persona presenta un elevato senso di potere e successo. Attraverso questo studio elaborato da james l’autostima deriva dal rapporto tra successo e aspettative: infatti la propria autostima deriva dai risultati delle prove quotidiane che la persona affronta. Secondo uno studio effettuato da eddie brummelman e sander thomaes presso l’università di utrecht e pubblicato sulla rivista child development l’autostima é fortemente influenzato dal rapporto genitori-figli.

Questo studio ha dimostrato che i bambini tendono a sviluppare un’autostima più alta quando i genitori mostrano interesse, sono affettuosi e dialogano con i propri figli.

Ma se i genitori tendono a lodare troppo i propri figli, fa si che i bambini possano sviluppare poca sicurezza in sé.

Ma arriviamo al “punto”, come si può promuovere l’autostima nei bambini?

  1. Incoraggiare:rispettare i loro tempi, celebrare ogni piccolo successo raggiunto. Importante non spingerli verso obiettivi non realistici
  2. Premiare i tentativi:quando il bambino cerca di raggiungere un obiettivo, anche se effettua degli errori é importante rinforzare questi tentativi, in quanto nell’infanzia l’esplorazione é fondamentale
  3. Imparare a non avere paura degli ostacoli:i genitori o figure di riferimento per i bambini non devono sostituirsi a loro, bensì aiutarli ad imparare delle strategie per superare ed affrontare i piccoli/grandi ostacoli
  4. Criticare in maniera costruttiva:comunicare in modo semplice e chiaro quando si sbaglia, fornendo un giudizio sull’azione messa in atto e non il bambino in sé.. Una regola che può risultare utile é la “regola del sandwich” un complimento, una critica, un complimento (es: “grazie per avermi aiutato a stendere i panni, ma non hai ancora messo a posto la tua camera, ah quasi dimenticavo bravissima per l’8 in geografia”)
  5. Non fare comparazioni:i genitori tendono a fare paragoni con fratelli/sorelle o con compagni di scuola, questo puó portare il bambino a concentrarsi sui proprio difetti e non sulle sue capacità
  6. Credere in lui:importante é incoraggiarlo e sostenerlo facendogli capire che sbagliare é normale.

Evoluzione familiare

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