Essere sempre tristi e insoddisfatti

È possibile essere sempre tristi e insoddisfatti? Provate a immaginare la situazione di una persona che si trova in buona saluta, con una bella casa, un buon lavoro, amore e amici che lo circondano e altri dettagli che possano rendere una vita per così dire, bella. Molte persone vorrebbero trovarsi in questa situazione, ma la persona in questione non riesce a sentirsi felice, anzi al contrario si sente eternamente triste e insoddisfatto, con la sensazione di un vuoto incolmabile o che manchi sempre qualcosa per il raggiungimento della felicità.

Questa persona non è nemmeno grata per ciò che ha o né tantomeno dispone di pensiero positivo nei confronti della propria vita, perché non è in grado di vedere tutto quello che la circonda. Persone come questa soffrono di insoddisfazione cronica, uno stato di tristezza e malcontento permanente che impedisce loro di godersi il presente e ciò che di positivo esiste nel loro percorso.

È importante precisare che stiamo parlando di casi in cui ci troviamo di fronte a un’insoddisfazione costante: sentirsi insoddisfatti ogni tanto è normale. Anzi, l’insoddisfazione può essere il motore per cambiare il nostro ambiente e renderci persone migliori.

Il ruolo della società

In parte, la società odierna contribuisce ad aumentare l’insoddisfazione perché tende a risaltare e mettere in mostra sempre persone giovani e di successo, nascondendo sempre l’altra faccia della medaglia (il fallimento, la fatica, il duro lavoro, etc), come se tutto fosse facile e scontato.

Sui social media, influencers, artisti, atleti e celebrità condividono le loro vite glamour, trasmettendo il falso messaggio che tutto sia possibile.

Ma la realtà non è questa! Innanzitutto il successo non significa popolarità o guadagnare tanti soldi, ma semplicemente essere felici di ciò che si fa e si ha e avere un tenore di vita che permetta di stare bene. Ma se proprio volessimo considerare il successo, inteso come popolarità e fortuna economica, come aspirazione nella vita, dovremo tenere in conto il fatto che solo una piccola minoranza arriva a tali livelli e che ciò che viene pubblicato non è un vero ritratto della realtà: anche le persone che hanno migliaia di follower non sono perfette, hanno problemi e brutte giornate come noi e non è detto che necessariamente siano felici.

Detto questo, esistono persone che, nonostante tutti i discorsi chiari e razionali che si fanno, non riescono godere di ciò che hanno, perché si concentrano sempre su quello che non hanno. Siete uno di loro? Approfondiamo i sintomi che ci indicano che ci troviamo in presenza di un’insoddisfazione cronica.

 

10 sintomi di insoddisfazione cronica

Secondo gli psicologi, questo tipo di insoddisfazione si basa sull‘idea sbagliata che si possa essere perfetti e su una profonda insicurezza. In fondo, le persone che ne soffrono cercano l’apprezzamento e l’approvazione degli altri. Tendono a ridurre al minimo i loro risultati per giustificare il loro dispiacere e, se non vengono curati, rischiano di passare la vita ad amareggiarsi.

I principali sintomi di insoddisfazione cronica sono:

1. Delusione e frustrazione

L’insoddisfazione potrebbe essere il motore che ci spinga ad attivarci per realizzare un cambiamento in vista di un nuovo obiettivo. Una persona insoddisfatta cronicamente non è mai soddisfatto dei risultati raggiunti e pertanto vive questa esperienza con un senso di delusione e frustrazione perché non rappresenta ciò che si era immaginato.

2. Alla ricerca della perfezione

Anche nelle attività più semplici, come organizzare un armadio, l’insoddisfatto cronico vuole raggiungere la perfezione e per farlo potrebbe non esimersi da fare e disfare lo stesso compito molto volte per raggiungere la perfezione che si era immaginato. Anche se molto spesso il risultato ottenuto non coincide con le aspettative portando cosi la persona a sentirsi frustrata e paralizzata dal risultato ottenuto. Molto spesso, infatti, le persone che ricercano il perfezionismo, tendono ad evitare le novità per paura di sbagliare e per paura che il risultato non sia quello ipotizzato.

3. Lamentarsi continuamente

Le persone che si lamentano molto sono per definizione persone che non sono mai soddisfatte e che tendono sempre a vedere il lato negativo delle cose. Anche quando raggiungono un obiettivo, le persone che si lamentano costantemente vedono sempre un “ma” o ritengono che le cose sarebbero potute andare in un’altra direzione

4. Stabilisci obiettivi non realistici.

L’insoddisfatto cronico ha enormi difficoltà a fissare obiettivi realistici perché non sa come valutare chiaramente le risorse che ha per raggiungerli o non sa esattamente quale sia l’obiettivo che vuole raggiungere perché è indeciso su quello che vuole fare della propia vita. In questo modo spesso o rinuncia a ciò che si propone di fare o, quando decide di raggiugnere il suo obiettivo, non risulterebbe comunque contento.

5. Non tollerare il fallimento

Il fallimento è parte integrante della vita in generale e del successo in particolare. Il fallimento ci indica qual è il percorso migliore per noi, ci può aiutare a migliorare e ci può dare il giusto tempo per agire. Ma molto spesso si vive il fallimento come un dramma o come un trauma da superare, quando in realtà è semplicemente uno spunto di riflessione per elaborare e ripartire in una nuova direzione (che non deve essere per forza differente, ma semplicemente più adatta a noi, ai nostri tempi e a quello che sentiamo ).

 

6.Essere critico con gli altri e con sé stessi

Le persone che si rivelano essere insoddisfatte croniche sono normalmente molto esigenti con chi gli è vicino, con ha difficoltà ad accettare il modo di essere e di agire di queste persone, allo stesso modo in cui è terribilmente critico con sé stesso (molto spesso a causa di un’educazione improntata più sugli errori che non sulla gratificazione dei progressi). A causa di questo atteggiamento, le persone a loro vicino tendono a prenderne le distanze poiché si stancano di vivere con qualcuno così negativo.

7. Carattere ossessivo dell’insoddisfazione

L’insoddisfazione può trasformarsi in alcuni casi in una vera e propria ossessione che non lascia spazio a nient’altro. I pensieri, le emozioni e i comportamenti iniziano a focalizzarsi solo su questo problema senza lasciare spazio a nient’altro.

8. Incapacità di comunicare le proprie aspettative o emozioni

Le persone insoddisfatte croniche non riescono a verbalizzare e comunicare agli altri quali siano le proprie aspettative e si aspetta che gli altri lo capiscano da soli. Ma non solo, come in altre occasione le aspettative dell’insoddisfatto cronico si definiscono come troppo alte. In questo senso avremo da un lato aspettative troppo alte da essere realizzate e dall’altro l’incapacità di comunicarle.

9. Felicità idealizzata e condizionata

L’insoddisfatto cronico non sarà mai felice, perché sarà sempre smosso dal desiderio di avere qualcosa di più e fatto meglio. Pertanto l’insoddisfatto continuerà sempre nella ricerca di nuovi obiettivi o semplicemente di un qualcosa da raggiungere, che però, una volta raggiunto, non lo farà felice. Inoltre, le persone con insoddisfazione cronica possono soffrire di ansia e sono più inclini alla depressione.

10. Fraintendere gli altri

Anche se i messaggi delle persone dovessero tendere a sottolineare le buone capacità dell’insoddisfatto, sicuramente questa persona non sarebbe in grado di cogliere i complimenti o le congratulazione genuine, ma le vedrebbe come critiche velate o semplicemente come commenti privi di valore.

Tutti questi sintomi ci fanno capire come l’insoddisfazione cronica possa portare a una sorta di immobilità in cui le persone, nonostante elaborino e pensino diversi tipi di obiettivi e possibilità, non siano poi in grado di metterle in pratica, a causa di aspettative troppo alte, del perfezionismo o di idee poco chiare. Ma anche se dovessero trovare le energia per uscire da questa bolla, non sarebbero soddisfatte di quello che è stato ottenuto, sprofondando ulteriormente in un circolo vizioso di insoddisfazione e immobilità. È importante superare questo empasse emotivo e pratico per poter riprendere in mano la propria vita e cercare la propria felicità.

Le cause dell’insoddisfazione cronica

Le cause dell’insoddisfazione cronica possono essere molteplici e possono derivare dall’educazione, da compenenti sociale e contestuali o  caratteriali. In ogni caso l’insoddisfazione si definisce come un conflitto emotivo tra ciò che pensiamo di avere e ciò  che vorremmo.

Vediamone alcune:

  • Un tipo di educazione molto rigida o performante o piena di divieti o richieste, potrebbe portare il bambino a sviluppare la convinzione che per sentirsi  amato è necessario compiere con i doveri richiesti.
  • Il contesto in cui si cresce. Chi vive in ambiti molto competitivi (scuole,  sport, famiglia, lavoro, etc) o al contrario poco stimolanti potrebbe sviluppare la sensazione di dover raggiungere sempe nuovi obiettivi o non trovare nessun obiettivo interessante.
  • La personalità: esistono persone che non sono in  grado di sentirsi appagate da ciò che fanno ma vogliono sempre di più.
  • Il contesto sociale: come abbiamo già accennato precedentemente, il contesto  sociale influisce  nella creazione  di falsi miti sul successo o sulla facilità di conseguire la felicità.

L’insoddisfazione non è sempre qualcosa di negativo

L’insoddisfazione non è sempre qualcosa di negativo. In questo contesto stiamo parlando di un tipo di insoddisfazione che si presenta in maniera cronica e che non permette all’individuo di sentirsi felici con niente di ciò che ha.

Se si presenta in forma sporadica o relativamente a un determinato contesto, per esempio lavorativo, affettivo e scolastico, può essere un indicatore utile del fatto che quello in cui ci troviamo coinvolti non ci fa stare bene.

Potrebbe essere il caso di una relazione disfunzionale, un lavoro che non ci piace, un corso di studi che non ci appaga, etc. In questo caso l’insoddisfazione funge da stimolo e motivazione per il cambiamento, per spingerci a cercare quelle che sono davvero le nostre passioni e le cose che ci fanno stare bene.

In questi casi, se decidessimo di non ascoltare questa insoddisfazione il malessere potrebbe sfociare in somatizzazioni, come ansia, stanchezza, gastrite o fobie, oppure in comportamenti compulsivi, come lo shopping, l’abuso di alcool o l’uso di sostanza stupefacenti, che possono sfociare anche in depressione nei casi più radicati di insoddisfazione.

È importante pertanto capire quando ci troviamo in presenza dell’insoddisfazione cosa ci stia comunicando tale sentimento: se è qualcosa di cronico o momentaneo, se ci sta suggerendo un cambiamento nella nostra vita o se ci provoca malessere e abbiamo bisogno di un aiuto, da parte dei nostri cari o di un professionista, per superarlo.

6 consigli per superare l’insoddisfazione cronica

Una volta individuato il fatto che stiamo soffrendo di insoddisfazione cronicacosa possiamo fare per superarla?

Abbiamo già visto in altri articoli che per superare l’insoddisfazione cronica è necessario lavorare su sé stessi per potere da un lato accettare la nostra vita ed esserne felici e dall’altro trovare la motivazione di cambiare se qualcosa non ci piace. Proviamo per concludere a lasciare qualche consiglio per affrontare quel senso di insoddisfazione che complica la vostra vita, ricordando sempre che se il malessere che provate vi porta a soffrire troppo è sempre meglio chiedere aiuto a un professionista che vi guidi nel vostro percorso di crescita personale con la terapia adeguata.

Ma vediamo alcuni esercizi e consigli che potreste provare a mettere in pratica per uscire dalla vostra situazione di malcontento:

  1. Stabilire obiettivi coerenti con la propria carriera e coi propri valori personali, senza fare confronti con la vita di altre persone.
  2. Imparare ad essere grati per ciò che si ha. Quotidianamente. Ringraziare aiuta a rendersi conto di ciò che si ha. E per approfondire questo tema, potrebbe essere interessante scrivere ogni giorno 3 semplici cose che si apprezzano sinceramente. In questo modo, si arriverà a riconoscere e valutare ciò che c’è di buono nella propria vita.
  3. Guardare indietro per rendersi conto di quanta strada si è fatta. A volte la cosa più importante non è ciò che si ha ottenuto, ma la persona che si è diventati e tutto l’impegno che si è messo nel realizzare i propri obiettivi. Sicuramente esistono più motivi per essere felice di quanto uno si immagini.
  4. Non concentrarsi solo sulle apparenze e sugli aspetti superficiali. Le luci della ribalta o della popolarità o della società, a volte nascondono ciò che è davvero essenziale nella vita. È importante concentrarsi sugli aspetti della vita che ci rendono davvero felici, non sulle cose effimere.
  5. Concentrarsi sul presente. Se da un lato osservare il passato ci può essere utile per capire quanto abbiamo fatto, è importante però lasciarlo andare. Allo stesso modo non ha senso vivere proiettati nel futuro, perché si rischia di perdere ciò che sta accadendo nel presente. Ma come si fa a vivere il presente? È importante fermarsi e concentrarsi sul momento. Smettere di giudicare ed iniziare semplicemente a osservare. Smettere di pianificare e assaporare ciò che si sta facendo, mangiando, sperimentando. E così iniziare a vivere davvero godendosi la realtà. In questo caso può aiutare la meditazione che aiuta le persone a concentrarsi sul presente e a essere più soddisfatte di sé stesse.
  6. Cercare supporto psicologico. Come già accennato previamente, lo psicologo saprà individuare le ragioni dell’ insoddisfazione e potrà aiuterà a cambiare il modo in cui si vede la vita.

Il primo passo per affrontare l’insoddisfazione cronica è ammettere il problema e voler cambiare il modello di comportamento. Se il problema non viene riconosciuto, non verrà fatto quasi nulla per risolverlo.