Articolo rivisto dal Comitato di GuidaPsicologi

Il 2 aprile si celebra la Giornata mondiale della consapevolezza sull’Autismo.

31 MAR 2017 ·

L’autismo è un disturbo caratterizzato da un deficit, permanente e grave, dello sviluppo. Colpisce il bambino in maniera globale perché gli impedisce una corretta socializzazione, comunicazione, immaginazione, pianificazione e conoscenza emozionale.

I dubbi riguardo allo sviluppo del bambino iniziano all’anno e mezzo d’età circa, momento in cui l’apprendimento inizia a consolidarsi. I sintomi che possiamo osservare sono diversi, fra cui: difficoltà nel relazionarsi con altri bambini della stessa età, contatto visuale poco o nullo, evitano il contatto fisico, non rispondono quando vengono chiamati con il loro nome, la comunicazione o il linguaggio è precario, realizzano movimenti ripetuti (stereotipia), mostrano poca tolleranza verso la frustrazione, a volte ridono o piangono senza motivo apparente e mancanza di gioco creativo.

Per i genitori è un processo duro. Dall’angoscia di sapere che qualcosa non va, alla disperazione per la difficoltà del riconoscimento del disturbo, al dolore di sapere che il figlio “sano” che avevano avrà difficoltà per tutta la vita: il processo di adattamento della famiglia alla nuova situazione è una vera e propria sfida.

Per questo, è preferibile avere l’appoggio di un professionista di psicologia per aiutare la famiglia e i suoi diversi membri a superare tutte le fasi e a vivere bene, senza angosciarsi. Per non dimenticare, ogni anno, il 2 aprile si celebra la Giornata mondiale della consapevolezza sull’Autismo, istituita dall’Onu e arrivata alla sua decima edizione.

Ángel Rivière è uno degli psicologi spagnoli specializzati in autismo più importanti a livello internazionale. Questo autore propone una prospettiva più umana e vicina per capire, trattare e vivere con una persona con autismo. Ecco i suoi 20 postulati.

I 20 concetti fondamentali (Ángel Rivière)

  1. Aiutami a capire. Organizza il mio mondo e aiutami ad anticipare ciò che succederà. Dammi ordine. Struttura il mio mondo ed evita che ci sia il caos.
  2. Non ti angosciare con me, perché io mi angoscio. Rispetta i miei ritmi. Potrai sempre interagire con me se capisci le mie necessità e il mio modo speciale di comprendere la realtà. Non deprimerti, ho bisogno del tuo appoggio, pensa che è normale che io continui a fare progressi.
  3. Non parlarmi troppo, né troppo rapido. Per te,le parole sono “aria” che non pesa ma per me possono essere una carica importante e notevole. Molte volte non sono la migliore maniera per interagire con me.
  4. Come altri bambini e come altri adulti, ho bisogno di condividere il piacere e mi piace fare bene le cose, anche se non sempre ci riesco. Fammi sapere, in qualche modo, se ho fatto bene le cose e aiutami a eseguirle senza errori. Quando commetto troppi errori, reagisco come te: mi irrito e finisco per rifiutarmi di fare le cose.
  5. Ho bisogno di più ordine e di capire in anticipo ciò che succederà. Dovremo negoziare i miei rituali per poter convivere.
  6. Mi è difficile comprendere il senso di molte richieste. Aiutami a capirlo. Cerca di chiedermi cose che possano avere un senso concreto e comprensibile per me. Non permettere che mi annoi o che resti inattivo.
  7. Non essere eccessivamente invadente. A volte voi persone “normali” siete troppo imprevedibili, troppo rumorose, troppo stimolanti. Rispetta le distanze di cui ho bisogno, senza però lasciarmi solo.
  8. Quello che faccio non è contro di te. Quando faccio i capricci o mi colpisco, se distruggo qualcosa o mi muovo troppo, quando ho difficoltà a prestare attenzione o a fare quello che mi chiedi, non sto cercando di ferirti. Visto che ho un problema di intenzioni, non mi attribuire cattive intenzioni!
  9. Il mio sviluppo non è assurdo, anche se non è facile da capire. Ha una sua logica e molti dei comportamenti che chiamate “alterati” sono forme di affrontare il mondo dalla mia speciale forma di essere e di percezione. Fai uno sforzo per capirmi.
  10. Siete troppo complicati. Il mio mondo non è complesso e chiuso ma semplice. Anche se ti sembra strano quello che dico, il mio mondo è talmente aperto, senza imbrogli o bugie, ingenuamente esposto agli altri, che risulta difficile entrarci. Non vivo in una “fortezza vuota” ma in una pianura tanto aperta che può sembrare inaccessibile. Sono molto meno complicato di voi persone che vi considerate “normali”.
  11. Non mi chiedere di fare sempre le stesse cose o di avere le stesse abitudini. Non devi diventare autistico per aiutarmi. L’autistico sono io, non tu!
  12. Non sono solamente autistico. Sono anche un bambino, un adolescente o un adulto. Condivido molte cose con i bambini, gli adolescenti o gli adulti che definite “normali”. Mi piace giocare e divertirmi, voglio bene ai miei genitori e alle persone a me vicine, mi sento soddisfatto quando faccio le cose bene. Ci sono più cose che ci uniscono rispetto a quelle che ci dividono.
  13. Vale la pena vivere con me. Posso darti tante soddisfazioni come altre persone, anche se non sono le stesse. Potranno esserci momenti in cui io, che sono autistico, sarò la tua più grande e migliore compagnia.
  14. Non mi aggredire chimicamente. Se ti hanno detto che devo prendere una medicina, cerca di farla controllare periodicamente da uno specialista.
  15. Né io né i miei genitori siamo colpevoli di ciò che mi succede. Non lo sono nemmeno i professionisti che mi aiutano. Non serve a niente che vi diate la colpa a vicenda. A volte le mie reazioni e i miei comportamenti possono essere difficili da capire o affrontare, però non è colpa di nessuno. L’idea di “colpa” non causa altro che sofferenza rispetto al mio problema.
  16. Non mi chiedere costantemente cose che non sono capace di fare. Chiedimi ciò che sono in grado di fare. Aiutami ad essere più autonomo, a capire meglio, però non aiutarmi troppo.
  17. Non devi cambiare completamente la tua vita perché vivi con una persona autistica. Non mi serve che tu stia male, che ti isoli e ti deprima. Ho bisogno di stabilità e benessere emozionale intorno a me per stare meglio. Nemmeno il tuo partner è colpevole di quello che mi succede.
  18. Aiutami con naturalezza e senza che diventi un’ossessione. Per potermi aiutare, devi avere i tuoi momenti di riposo o per dedicarti a quello che ti piace. Avvicinati, non te ne andare, però non sentirti come se portassi un grande peso sulla schiena. Nella mia vita ho avuto momenti difficili, però posso stare sempre meglio.
  19. Accettami così come sono, non a patto che io non sia più autistico. Sii ottimista senza credere alle favole. La mia situazione normalmente migliora anche se, per ora, non esiste cura.
  20. Anche se per me è difficile comunicare o capire le sfumature sociali, ho anche alcuni vantaggi rispetto a voi “normali”. Ho difficoltà a comunicare però solitamente non inganno. Non comprendo le sfumature sociali ma non ho doppi fini o sentimenti pericolosi molto frequenti nella vita sociale. La mia vita può essere soddisfacente se è semplice, ordinata e tranquilla, se non mi viene chiesto costantemente di fare cose per me complicate. Essere autistico è un modo di essere, anche se non è il normale. La mia vita come autistico può essere felice e soddisfacente come la tua “normale”. In questa vita possiamo arrivare a incontrarci e a condividere molte esperienze.

Vi consigliamo di vivere in modo sereno e a fianco delle persone a cui volete bene, in qualunque modo esse siano. Avete solamente una vita. Non sprecatela in lamenti o sentimenti di colpa: creano solo più sofferenza. Imparate a vivere con la vostra situazione: diverse malattie non possono essere curate. Godetevi vostro/a figlio/a. Ha bisogno di voi.

Scritto da GuidaPsicologi.it

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