Il bambino e le sue figure di accudimento, fondamentali per l’esistenza, la crescita e per le relazioni future, che creerà fuori dall’ambito familiare.
Il pediatra e psicoanalista Winnicott, con la frase “non esiste nulla di simile al bambino” ha messo in evidenza come non esista un bambino senza le relazioni di accudimento e di sostegno.
La speciale relazione tra il bambino e la mamma
Il neonato, prima, e il bambino successivamente non può essere pensato in assenza delle figure di riferimento che si prendano cura di lui, i cosiddetti caregiver. Solitamente la prima relazione di un bambino è quella che si sviluppa ancora nella pancia con la sua mamma. Gli studi neuropsicologici hanno dimostrato come la nascita della mente inizi quando, da un’originaria indistinzione dalla madre, il feto inizia a separarsi integrando le funzioni sensoriali e motorie in un’unica esperienza. Si costituisce un nucleo rudimentale di sé, in grado di porsi in relazione con l’ambiente in cui è immerso e di recepirne gli stimoli. Negli ultimi mesi il nascituro è in grado di cogliere gli stimoli che provengono dall’esterno, di assegnare loro toni di gradevolezza o sgradevolezza, di piacere o dolore, e di memorizzare quelle prime percezioni. Quindi si può facilmente capire come il nascituro venga già da qui influenzato dall’ambiente in cui poi si troverà a vivere.
Nel primo periodo, subito dopo la nascita, la mamma e il suo bambino vivono una relazione particolare: il piccolo passa da una fase di indistinzione con la sua mamma ad una condizione di individualità sostenuta da sentimenti di sicurezza e di fiducia che saranno alla base della sua crescita. Per lui la mamma è tutto: il mondo, la fonte di vita, l’amore, la base sicura dalla quale salpare e alla quale tornare per il rifornimento affettivo. Con lo sviluppo dell’apparato psichico il neonato “organizza” pian piano il suo rapporto con il mondo, acquisisce il senso di sé e impara a porsi in relazione con gli altri. Secondo la teoria dell’attaccamento, quando i modelli di interazione e di risposta affettiva sono ripetuti in stretta relazione nel tempo, i bambini si creano delle aspettative sulle interazioni future con i genitori e gli altri che guidano le loro interpretazioni e i loro comportamenti nelle nuove situazioni. Queste aspettative, quando vengono elaborate ed organizzate, diventano dei “modelli operanti interni” delle future relazioni. Ovviamente questi non sono solamente modelli concreti, pratici, ma sono associati ad una serie di emozioni e sentimenti.
I recenti cambiamenti a livello della società nel ruolo delle donne e della struttura della famiglia hanno portato a considerare gli altri membri familiari come fonti di influenza nello sviluppo infantile, tanto da usare appunto termini più generici, come “figura di accudimento”, “genitore”, o “caregiver”.
Le altre figure familiari
In realtà le altre figure familiari sono molto importanti nello sviluppo del bambino. Ad esempio la presenza del padre, che nelle ricerche è spesso stata definita “figura di supporto” emotivo nei riguardi della madre, che si riferisce alle espressioni di empatia ed incoraggiamento che comunicano alla madre di essere capita ed in grado di fare un buon lavoro nel suo ruolo. Inoltre la figura del padre è fondamentale anche per “allargare” il mondo dl bambino. Il papà è la prima figura, che prova ad inserirsi nella relazione primaria e a dare una visione alternativa al bambino di com’è il mondo, quindi un ruolo estremamente delicato ed importante.
In molti contesti anche i nonni assumono un ruolo primario nell’allevamento e nella socializzazione dei bambini. Ovviamente i benefici di un contatto con i nonni sono più evidenti quando i bambini sono altrimenti a rischio di scarso sviluppo, in virtù delle caratteristiche dei loro genitori e del loro contesto di vita.
Infine non possiamo non citare la presenza dei fratelli. La loro potenzialità di influenzare lo sviluppo dei loro fratelli minori è veramente grande; ad esempio nel fornire conforto e sicurezza nei momenti di separazione dai genitori.
Si può quindi comprendere quanto tutti gli elementi di una famiglia siano parti indispensabili di un puzzle che si sta pia piano formando nelle relazioni del bambino, e che determinerà il suo modo di entrare in contatto con il mondo esterno.
Scritto da: Dott.ssa Silvia Azzini Psicologa Psicoterapeuta